In estrema sintesi, lo scopo della riforma della proprietà industriale, inclusa nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è agevolare e garantire la sinergia tra Università, Enti pubblici di ricerca e IRCSS (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) con le imprese del sistema Paese.
Questo il super target della firma del decreto interministeriale del 26 settembre scorso che permette al MIMIT di rispettare la scadenza della relativa milestone siglando l'adozione delle Linee guida (con i principi e i criteri specifici per la regolamentazione dei rapporti contrattuali tra le strutture di ricerca ed i soggetti finanziatori dell’attività di ricerca), come previsto dall’articolo 65 del Codice della Proprietà Industriale.
Il commento dei Ministri Urso e Bernini: “D’ora in poi sarà più facile collaborare, innovare e fare trasferimento tecnologico”.
Si aprirebbero, infatti, nuovi orizzonti davanti a Enti di ricerca, imprese, Università, e IRCSS che, grazie a un accesso decisamente più agevole alla proprietà industriale, potranno collaborare in modo sempre più equilibrato e fattivo all’interno del sistema della ricerca e innovazione.
Ad esempio, nell’ambito delle attività di ricerca commissionata, la nuova formula intende colmare precedenti lacune in tema di ricerche finanziate, in parte o totalmente, da amministrazioni, enti e università diverse da quelle di appartenenza del ricercatore, puntando a ridurre ai minimi termini l’insorgenza di fratture (e contenziosi) nel successivo sfruttamento industriale delle invenzioni e quindi a raggiungere un migliore equilibrio degli interessi coinvolti.
Una delle principali novità riguarda poi l’abolizione del cosiddetto professor’s privilege che ribalta l’approccio della precedente versione dell’articolo 65 che assegnava la titolarità delle invenzioni ai ricercatori che le avevano sviluppate, mentre adesso la trasferisce direttamente alla struttura di appartenenza dell’inventore, ammettendo che il ricercatore depositi la domanda di brevetto soltanto in caso d’inerzia da parte del suo istituto.
Nello specifico, la riforma della proprietà industriale è stata raggiunta in più passaggi: con l'approvazione della legge numero 102 del 24 luglio 2023 di modifica del Codice della Proprietà Industriale, con l'emanazione di 4 circolari e, last but not least (per ultimo, ma non per importanza) delle Linee guida relative, firmate dai Ministri Adolfo Urso (MIMIT) e Anna Maria Bernini (MUR).
Una nota stampa condivisa da MIMIT e MUR riporta l’obiettivo dell’intera operazione: “Le strutture di ricerca potranno così innestare virtuosi processi di valorizzazione delle innovazioni e trasferimento tecnologico, anche a vantaggio della competitività del Sistema Paese”.
Tra le righe, l’intento binario che rimanda al PNRR: “facilitando il dialogo tra il mondo della ricerca pubblica e quello produttivo, si possono valorizzare le nuove tecnologie con percorsi condivisi e sinergie capaci di allineare l’Italia al resto dei principali Paesi occidentali”.
Il decreto è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.