Pnrr e ambiente, Pichetto: “Nel 2022 piantati 1,65 milioni di alberi in città, serve arrivare a 6,6 milioni al 2024”

04 marzo 2023

Centrato il target del 2022 per la misura del PNRR sulla riforestazione urbana. "Attraverso i 35 progetti ammessi a finanziamento, abbiamo ampiamente superato l'obiettivo di piantare almeno 1 milione e 650mila alberi per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane", ha dichiarato soddisfatto il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, al question time in Senato.

"Il target successivo da raggiungere entro la fine del 2024 prevede la piantumazione di almeno 6 milioni e 600mila alberi - ha proseguito il ministro -. Stiamo predisponendo il nuovo avviso per le annualità 2023 e 2024 e vogliamo incontrare le Città Metropolitane, al fine di tener conto delle esperienze maturate nell'attuazione del primo avviso".

Il ministro ha anche annunciato "una serie di misure correttive per agevolare il reperimento delle aree stesse, come ad esempio la riduzione della superficie minima complessiva di progetto e la superficie minima della singola area di intervento".

Piantare alberi sembra diventata una soluzione obbligata da quando le conseguenze degli effetti del riscaldamento globale hanno iniziato a farsi sentire soprattutto in città. Del resto lo stesso Pichetto, in occasione della scorsa Giornata nazionale degli alberi, aveva dichiarato che "gli alberi hanno un grande e positivo impatto sull’ambiente delle nostre città: sono un valore da difendere e rafforzare”

Secondo i dati riportati da Lina Fusaro, ricercatrice dell’Istituto per la Bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibe), in un approfondimento dedicato al tema da Greenpeace, piantare alberi in città rappresenta quasi una “bacchetta magica” per il benessere ambientale, innanzitutto perché le chiome degli alberi garantiscono un confort termico, che deriva sia dal diretto ombreggiamento delle superfici artificiali, sia dal processo di traspirazione che si attiva.

Del resto, oltre la metà della popolazione mondiale vive nelle città che, anche se coprono solo il 3% della superficie totale, sono i centri responsabili del 70% delle emissioni globali di gas serra. Il processo dell'inurbamento dell'umanità è inarrestabile e continuo: si stima che nel 2.050 sette persone su dieci vivranno in città. Come è ormai evidente anche in Italia, le ondate di calore nel Mediterraneo sono sempre più frequenti soprattutto nelle aree urbane, dove si parla di “isole di calore”: un fenomeno, come spiega Greenpeace, secondo cui le città, in conseguenza del consumo di suolo, presentano temperature dell’aria sia diurne che notturne superiori anche di 12°C rispetto ad aree naturali circostanti. Per questo è importante partire dagli interventi negli agglomerati urbani per affrontare gli effetti della crisi climatica.

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