Ulteriore implementazione all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: il Consiglio dei Ministri ha infatti introdotto, nel decreto già passato lo scorso 13 aprile, il c.d. “pacchetto scuola”, un insieme di misure per dare stabilità al sistema dell’istruzione, prevedendo a tal scopo un percorso chiaro e definito per l’accesso all’insegnamento e per la formazione costante lungo tutta la carriera dei docenti della scuola secondaria.
La riforma approvata, che porterà in cattedra 70mila docenti entro il 2024, si regge su tre pilastri: percorsi certi per chi vuole insegnare, una definizione più chiara degli obiettivi e delle modalità della formazione dei docenti durante tutto il loro percorso lavorativo, concorsi annuali per reclutare con costanza il personale, aprendo più rapidamente le porte ai giovani.
Nello specifico, per quanto riguarda la formazione iniziale, l’abilitazione e l’accesso all’insegnamento è previsto:
La fase transitoria
In attesa che il nuovo sistema vada a regime, per coloro che già insegnano da almeno 3 anni nella scuola statale è previsto l’accesso diretto al concorso. I vincitori dovranno poi conseguire 30 crediti universitari e svolgere la prova di abilitazione per poter passare di ruolo.
Durante la fase transitoria, coloro che non hanno già un percorso di tre anni di docenza alle spalle ma vogliono insegnare potranno conseguire i primi 30 crediti universitari, compreso il periodo di tirocinio, per accedere al concorso. I vincitori completeranno successivamente gli altri 30 crediti e faranno la prova di abilitazione per poter passare di ruolo.
Formazione continua
Con riguardo alla formazione, la riforma prevede un percorso continuo e strutturato, tale da poter favorire l’innovazione dei modelli didattici anche in linea con gli obiettivi di sviluppo di una didattica innovativa previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Per questo motivo la formazione sulle competenze digitali e sull’uso critico e responsabile degli strumenti digitali sarà parte della formazione già obbligatoria per tutti e si svolgerà nell’ambito dell’orario lavorativo.
Viene poi introdotto un sistema di aggiornamento e formazione con una pianificazione su base triennale che consentirà agli insegnanti di acquisire conoscenze e competenze per progettare la didattica con strumenti e metodi innovativi. Questa formazione sarà svolta in orario diverso da quello di lavoro e potrà essere retribuita dalle scuole se comporterà un ampliamento dell’offerta formativa. I percorsi svolti saranno anche valutati con la possibilità di accedere, in caso di esito positivo, a un incentivo salariale.
Scuola di alta formazione
Per la definizione dei percorsi formativi la riforma istituisce la Scuola di alta formazione, che provvederà anche a verificare le strutture che dovranno erogare i corsi per garantirne la massima qualità. La Scuola, che fa parte delle riforme del Pnrr, si occuperà anche dei percorsi di formazione di dirigenti e personale Ausiliario, Tecnico e Amministrativo.