C’è tempo fino al prossimo 15 marzo per le Università pubbliche e private, telematiche comprese, con sede legale in Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia per presentare gli accordi che gli Atenei potranno stipulare con soggetti privati e pubblici con l’obiettivo di ampliare l’offerta formativa degli studenti sulla base delle richieste del mercato. È possibile, per ogni realtà, proporre anche più di un patto.
Lo stabilisce il decreto direttoriale del Ministero dell’università e della ricerca che, per il 2024, prevede uno stanziamento di 90 milioni di euro dando attuazione alla misura prevista dal decreto legge numero 152 del 6 novembre 2021.
Nello specifico, come riassume il nome stesso “Patti territoriali dell’alta formazione per le imprese” questi accordi nascono per ampliare il ventaglio dell’offerta formativa, con particolare riferimento alle discipline scientifiche STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), ma con spazi e percorsi ad hoc anche per chi studia materie umanistiche e sociali.
Per Università e studenti, ecco il punto d’incontro delle rispettive esigenze: i Patti sono innanzitutto uno strumento dove la domanda e l’offerta di lavoro convergono, fondendo e integrando all’insegna dell’interdisciplinarietà materie e corsi di studio, per forgiare i professionisti del domani con competenze altamente specializzate e innovative, ma soprattutto più aderenti possibile alle mutevoli richieste del mondo del lavoro e delle filiere produttive nazionali.
Pertanto, i progetti possono prevedere iniziative capaci di supportare la transizione dei laureati nel mondo del lavoro e la loro formazione continua, nella formula dell’“apprendimento permanente” e promuovere fattivamente il trasferimento tecnologico delle piccole e medie imprese.
Le Università di Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia interessate a proporre “Patti territoriali” possono inviare la domanda tramite la piattaforma dedicata del MUR entro venerdì 15 marzo 2024.