È stato sottoscritto oggi, presso l’Aran, il Contratto collettivo nazionale del Comparto funzioni locali, per il triennio 2019-2021. L’accodo interessa 430mila dipendenti di Comuni, Province, Regioni e Camere di Commercio.
Gli aumenti medi previsti sul tabellare corrispondono a 100,27 euro lordi, che arrivano a 118 euro/mese considerando anche le risorse aggiuntive dello 0,55% e 0,22%. Inoltre, sul fronte degli arretrati, da recuperare ci sono gli aumenti progressivi spalmati su 39 mensilità del 2019, 2020 e 2021 e le 11 scoperte del 2022. Nel complesso, si arriva a un arretrato che oscilla dai 1.210 euro 1.8 della posizione economica inferiore ai quasi 2.252 euro (lordi e una tantum) di quella superiore.
Tra le principali novità, la revisione del sistema di classificazione del personale, che è stato adeguato alle peculiari esigenze organizzative e gestionali degli enti, e a completamento del quale è stata prevista una rivisitazione del sistema degli incarichi di posizione organizzativa e di elevata qualificazione, aumentandone la rilevanza.
È stato inoltre introdotto un nuovo regime delle progressioni economiche orizzontali prevedendo “differenziali stipendiali” da intendersi come incrementi stabili del trattamento economico, finalizzati a remunerare il maggior grado di competenza professionale progressivamente acquisito dai dipendenti, nello svolgimento delle attribuzioni proprie dell’area di classificazione.
Anche il sistema delle relazioni sindacali ha visto un'importante revisione nella prospettiva di un ampliamento del rilievo dei moduli partecipativi dell’informazione e del confronto e con la valorizzazione dell’Organismo paritetico per l’innovazione.
Il Ccnl ha operato anche modifiche sostanziali ad alcuni istituti del rapporto di lavoro, ricercando un equilibrato rapporto tra l’estensione dei diritti dei lavoratori e la salvaguardia delle esigenze organizzative e funzionali degli enti.
Rilievo assume, infine, la nuova disciplina del lavoro a distanza nelle due tipologie di lavoro agile, previsto dalla legge 81/2017 e lavoro da remoto, che sostituiscono la precedente tipologia del telelavoro.
“Il confronto costruttivo tra Aran e sindacati, che ringrazio, ci permette di tagliare un altro significativo traguardo nel percorso di rilancio dei rinnovi contrattuali – ha sottolineato il ministro per la Pa, Paolo Zangrillo -, a conferma della centralità nell’agenda del governo del tema del lavoro pubblico. Dopo il contratto della sanità e quello della scuola, diamo un altro segnale di attenzione a dei lavoratori cruciali per lo sviluppo del Paese perché, con competenza e impegno, garantiscono il funzionamento degli enti territoriali più vicini ai cittadini".
“Sono molto soddisfatto – ha dichiarato il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo - per la firma di un contratto così importante per 430mila dipendenti di Comuni, Province, Regioni e Camere di commercio. Una trattativa lunga, ma che ha portato a un risultato importante per l’intera categoria e per gli enti che hanno visto riconosciute le loro specificità organizzative e gestionali.”